
IL PERCHE' DELLA SCOMPARSA DELLO "SCARICAVASCIO" DI MELFI
Lo Scaricavascio di Melfi era una torre umana (la più alta della Basilicata e del Sud Italia) che arrivava, ad inizio secolo a ben 4 piani di altezza. Alla sua base robusti uomini si tenevano per mano, abbracciati, e su di loro salivano altri uomini fino ad arrivare al quarto piano composto da due sole persone.
“(…) siamo in un’epoca di pericolosa decadenza (…) l’anima del popolo impigrisce (…) ed i suoi entusiasmi generosi, languono nella forra forma schiumosa delle sue insensibilità (…) e noi non possiamo non deplorare come questo tramonto delle più saporose e caustiche tradizioni lucane, ch’erano le più sincere e spontanee caratteristiche dello spirito della stirpe, sia dovuto alla indifferenza della nostra generazione, che non ha più cuore per il culto delle tradizioni regionali ma assai facilmente si lascia desviare dietro le tradizioni altrui che, molto spesso, non raggiungono il fascino e la poesia semplice e viva delle nostre”.
A Melfi la critica satirica dello Scaricavascio era rivolta all’amministrazione comunale e la classe dirigente. Tutto questo negli anni ’20 incontrò il disappunto del fascismo che impedì – per ovvi motivi concernenti il significato dei versi che accompagnavano le costruzioni – le attuazioni delle piramidi. Abolì u' Scaricavasc' intorno al 1927/28. Il motivo ufficiale fu il pericolo che scaturiva dalle cadute quando queste piramidi umane iniziarono a svilupparsi in altezza, ma lo Scaricavascio fu solo una delle tradizioni popolari vittime del regime:
“Il popolare non trovò né poteva trovare, spazio ideale nella concezione idealistica che dominò, con Croce e Gentile, la cultura Italiana della prima metà del nostro secolo. L’idealismo polverizzò la cultura popolare facendo del popolare in arte un tono percepibile solo con raffinata sensibilità. E scavò maggiormente la pericolosa e fittizia distinzione di materia e spirito, che ha tanto nuociuto alla comprensione della cultura popolare nella sua nativa e continua interezza. Giovandosi di tale sostegno idealistico il fascismo snaturò la cultura popolare tradizionale considerandola come retaggio etnico e sviluppandola artificialmente ”.
Secondo me il pericolo fu solo la causa apparente dell’abolizione dello Scaricavascio. E’ logico supporre che la forte allusione contro il Fascismo contenuta nei versi melfitani fu probabilmente amplificata e pilotata dai tanti e combattivi militanti di sinistra che vi erano a Melfi ad inizio secolo. Come se non bastasse, alle avversioni del Fascismo si aggiunse l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale che sradicò dal paese la maggioranza dei giovani, alcuni dei quali non ritornarono mai più nella propria città per attuare lo Scaricavascio. Fu il capitolo finale delle piramidi di Melfi.
gentile gabriele,
RispondiEliminaleggo questi importante articolo su una tradizione affascinante della mia città, a questo proposito la contatto per sapere dove a melfi è in vendita il suo libro.
grazie